L’Istat, il 16 luglio 2020, pubblica uno studio statistico dal titolo: “IMPATTO DELL’EPIDEMIA COVID-19 SULLA MORTALITÀ: CAUSE DI MORTE NEI DECEDUTI POSITIVI A SARS-COV-2” (1).

Lo studio viene subito riportato dai quotidiani come ad esempio AdnKronos (2) che annunciano tuonando: “Il Covid-19 è la causa direttamente responsabile della morte nell’89% dei decessi di persone positive al test Sars-Co-2” (come d’altronde riportato letteralmente da pag. 2 dello studio Istat). Lo studio del più importante istituto di statistica italiana quindi sembra rispondere al quesito che attanaglia il dibattito scientifico riguardo all’obiezione sempre sollevata dagli scettici dell’operato del governo a proposito dei bollettini della protezione civile: le persone decedute sono effettivamente morte PER Covid?

Durante i bollettini infatti, i più attenti, facevano notare che veniva sempre specificato che i decessi non potevano ricondursi al covid-19 se non dietro una conferma dell’istituto superiore di sanità (ISS). Lo scetticismo era perfettamente giustificato in quanto TUTTI i report dell’ISS dicevano una cosa molto chiara: esaminando le cartelle cliniche di un campione scelto, la percentuale di decessi di persone senza alcuna patologia pregressa erano percentuali molto basse. Dal report del 13 marzo 2020 a l’ultimo del 9 luglio 2020, le patologie preesistenti variano rispettivamente dal 1,1% al 4%. In altre parole prendendo in considerazione solo l’ultimo report (3) il 96% dei decessi attribuiti al coronavirus erano decessi di persone con gravi patologie preesistenti (da 1 a 3) e quindi non si poteva escludere che la causa di morte andasse ricercata altrove.

Oggi invece l’Istat a pag. 2 del report scrive:” COVID-19 è una malattia che può rivelarsi fatale anche in assenza di concause. Non ci sono infatti concause di morte preesistenti a COVID-19 nel 28,2% dei decessi analizzati…” e per non dare adito a fraintendimenti appena sotto specifica:” Il 71,8% dei decessi di persone positive al test SARS-CoV-2 ha almeno una concausa…”. I conti sembrerebbero tornare dato che 71,8%+28,2% fa proprio il 100% dei pazienti.

Tuttavia ci si potrebbe chiedere come sia possibile che i report dell’Iss parlano del 4% di assenza di altre patologie preesistenti (9 luglio) mentre l’Istat arriva a concludere che ben il 28,2% dei pazienti non aveva patologie preesistenti.

L’Istat ha fonti diverse dall’ Iss?

Sembrerebbe proprio così, ed infatti, da un medico ospedaliero, veniamo a conoscenza che la cartella clinica è una cosa mentre “la scheda di decesso Istat” è un altro foglio che spesso non viene compilato con la stessa cura della cartella clinica.

In pratica, nella cartella clinica, si hanno tutte le patologie dichiarate mentre nel foglio Istat compilato in caso di morte spesso non vengono riportate le patologie preesistenti.

La conseguenza di questa prassi è che l’Istat lavora su dei moduli incompleti nei quali le patologie preesistenti sovente non vengono menzionate, quindi lo studio ha scarsa rilevanza su questo punto ed affermare come fa che “COVID-19 è una malattia che può rivelarsi fatale anche in assenza di concause.” può essere considerata una netta esagerazione se non un tentativo di far percepire questa malattia più minacciosa di quanto realmente sia. (a pag. 14 lo stesso studio evidenzia da sola i limiti di tale scheda)

Ma veniamo a questo punto al cuore della questione ovvero di COME hanno attribuito al “SARS-COV-2” i decessi oggetto dello studio.

A pag. 13 dello studio (GLOSSARIO) leggiamo : “Decesso per COVID-19 – il rapporto congiunto ISS-Istat, INAIL definisce un decesso da COVID-19 come segue: un decesso COVID-19 è definito per scopi di sorveglianza come una morte risultante da un quadro clinico patologico con conferma (microbiologicamente) di COVID-19, a meno che ci sia una chiara causa alternativa di morte non riconducibile alla malattia associata a COVID-19 (per esempio un trauma)”.

Quindi si stabilisce che una persona muore PER coronavirus se presenta un certo quadro clinico (tosse, dispnea, perdita di gusto e olfatto, ecc.) e risulta positiva al tampone Covid. E’ utile ricordare in questa sede che proprio la sovrapponibilità sintomatologica tra il sars-cov-2 e una comune influenza è usata come scusa per obbligare alla vaccinazione antinfluenzale la popolazione e sappiamo da studi ormai reperibili da chiunque che il tampone Covid è un test molto approssimativo in quanto dà falsi positivi per l’80% dei casi (4).

Con il Covid, non si hanno caratteristiche cliniche peculiari (come ad esempio invece si hanno con una poliomielite) che permettono di distinguerlo clinicamente da una influenza tranne per un test che sbaglia per l’80% “a favore” del Covid stesso.

In altre parole ancora, le famose polmoniti interstiziali che erano in realtà coagulazioni intravasali disseminate (scoperto solo grazie all’operato di coraggiosi medici che hanno eseguito le autopsie in contrasto alle linee guida dell’OMS e del ministero della sanità) non si capisce come possano essere causate dal Covid. Non c’è un solo studio nel quale si prova che questo virus di origine misteriosa (ricordiamo l’altresì dibattito riguardo all’ipotesi del virus manipolato a fianco di quella naturale) causi una catena di eventi che porta alla morte se non si interviene in certi modi.

Insomma, il dibattito mai risolto sui decessi CON Covid o PER Covid risulta quanto mai attuale e questo studio Istat non solo non porta alcuna chiarezza ma sembra quasi voler confondere ulteriormente le carte in tavola.

(1) https://www.istat.it/it/files//2020/07/Report_ISS_Istat_Cause-di-morte-Covid.pdf

(2) https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/07/16/covid-causa-decesso-dei-pazienti_buE95A8dpwDpZgZoNMnKYM.html?refresh_ce

(3) https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Report-COVID-2019_9_luglio.pdf

(4) https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32133832/

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